Marco Ferreri – 1969

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Glauco (Michel Piccoli), ingegnere industriale, si dirige verso casa dopo una giornata di lavoro, attraversando strade anonime, tutte simili. Arrivato a destinazione comincia a girovagare senza meta, circondato da oggetti iperrealistici. Si prepara una succulenta cenetta, con un rito tipico della classe media, mentre la televisione trasmette un programma idiota. Mentre cerca delle spezie nella dispensa in cucina, trova una vecchia pistola racchiusa dentro un pacchetto fatto con la carta di un quotidiano d’epoca che reca in prima pagina la notizia della morte del gangster John Dillinger. Proietta i filmini delle vacanze e in quel momento raggiunge la completa reificazione con essi (e con tutti i beni inutili che circondano la società consumistica). Prova a fornicare con la collaboratrice domestica, ma dopo un gioco erotico in cui non trova appagamento, rinuncia. Davanti allo specchio mima il proprio suicidio impugnando la pistola trovata poc’anzi, che nel frattempo ha rimesso a nuovo e verniciato di rosso e pois bianchi, come ipnotizzato da essa. Il tentativo di uccidersi è la logica conseguenza di una vita-non vita, una vita che è già morte. Ma ha l’ultimo istinto animale di sopravvivenza: uccide la bella e giovane moglie nel sonno, illudendosi di distruggere quel mondo privo di senso, fugge via e viene preso a bordo di un battello in qualità di cuoco; ma questo naviga verso un sole finto: non c’è possibilità di fuga. È un film sull’umanità autodistrutta, sull’uomo alienato nei suoi inutili feticci, sull’impossibilità della fuga da una società priva di senso. L’autore effettua una critica alla vita borghese, e ci offre una sua interpretazione degli eventi di cronaca contemporanei (contestazione sessantottina).

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L’opera fu oggetto di polemiche alla sua uscita nei cinema a causa del soggetto trattato e della violenza ingiustificata insita in esso, ma con il passare del tempo viene ora riconosciuto come uno dei capolavori di Ferreri. Il film venne acclamato dall’influente rivista francese di cinema Cahiers du cinéma. Dal 1980 ad oggi il film è stato trasmesso in televisione solo in rarissime occasioni.


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